Vi lasciamo al meraviglioso articolo di Valerio Ferrazza su Matese Nostrum ( www.matesenostrum.com)
Fonte: https://www.matesenostrum.com/single-post/2016/02/12/il-lago-matese-origini-e-caratteristiche
Il lago Matese: origini e caratteristiche
Il lago Matese, cuore del Parco Regionale, conferisce al Matese un aspetto che lo caratterizza e differenzia notevolmente dagli altri gruppi montuosi dell’Appennino.
Con i suoi 1.007 m sul livello del mare si è guadagnato il titolo di lago carsico più alto d’Italia.
L’origine di questa zona endoreica (cioè una zona in cui i corsi d’acqua superficiali non sfociano direttamente a mare ma in un’area interna o lacustre) è connessa all’attività tettonica del Pliocene sup-Pleistocene (3,6 milioni – 126.000 anni fa) . Questa attività ha generato un’ innalzamento di faglie normali e formazioni di graben (porzioni di crosta terrestre sprofondate). Durante i cambiamenti ambientali del Pleistocene-Olocene (2,58 milioni – 11.700 anni fa) i processi carsici hanno trasformato questa zona nell’attuale area endoreica.
[Modello che descrive la struttura carsica della piana che ospita il lago Matese]
Si ebbe così la formazione della depressione tettonico-carsica (Polje) che ospita il lago. Come già descritto nell’articolo “Il carsismo sul Matese”, il polje è un tipico campo carsico generalmente chiuso e stagionalmente inondato, a fondo piano e orizzontale, di dimensioni non inferiori al chilometro di lunghezza, delimitato con netta rottura di pendenza da versanti molto acclivi (generalmente 30°). Il polje del lago Matese, che occupa un’area 45 Km², è delimitato dai versanti del M. Miletto – La Gallinola a Nord e M. Maio – M. Pranzaturo a Sud.
L’impermeabilità del fondale del lago è dovuta in parte al processo chimico della dissoluzione della roccia calcarea i cui residui insolubili si adagiano sul fondo, in parte alle ceneri tufacee provenienti dal vicino vulcano di Roccamonfina. Altri impermeabilizzanti del fondo sono i sedimenti alluvionali proveniente dal disfacimento compiuto dall’acqua della roccia dei vicini versanti, così come i sedimenti di origine argillosa e organica (resti di piante, alghe ecc.).
Il lago è alimentato da sorgenti situate sulla sponda Nord (non molto visibili poiché coperte da detriti ghiaiosi giacenti su piccole doline fessurate) oltre che da piccoli torrenti stagionali generati dalle precipitazioni e dallo scioglimento delle nevi, attivi dall’autunno alla primavera.
Sempre nei pressi della sponda Nord, in località San Michele si erge Monterone una piccola collinetta cupoliforme, unica rimasta di altre (D.B. Marrocco), che si trasforma in isolotto durante il periodo invernale-primaverile. Questo isolotto viene rimpicciolito marginalmente, dalla corrosione chimica della roccia calcarea a causa delle frequenti inondazioni. Questa struttura carsica prende il nome di Hum.
[La collinetta di Monterone: questo tipo di struttura carsica prende il nome di Hum.]
Data la natura carsica di questo lago, sulle sue sponde Sud sono presenti inghiottitoi, cementati negli anni ’20 del secolo scorso per fini idroelettrici: Scennerato (il più grande), Brecce, Caporale e Bufalara.
Esiste una connessione tra l’inghiottitoio dello Scennerato e il torrente Torano che è stata confermata da analisi idrogeologiche prima e durante il lavori del 1920 (Ruggero 1926) e da test con uso di traccianti (Civita 1969).
[Modello di sezione idrogeologica che schematizza la struttura carsica al di sotto del Lago Matese. In legenda: 1) Brecce e detriti di versante, depositi piroclastici, alluvionali e lacustri, 2) sequenze di flysh e argille complesse, 3) falda acquifera carsica con zona satura (a), zona insatura (b), canali e pozzi (c), 4) faglia, 5) punto di elevazione. (Fiorillo F. et Alii., 2015)]
Attualmente, il livello del lago raggiunge i 1.012 m s.l.m. e un volume di 15.000.000 m³ di acqua. Prima di queste opere idrauliche, la connessione tra lago Matese e le sorgenti di Grassano-Telese è stata discussa da Gauthier (1910), che ha descritto come un’eventuale diga nel lago Matese potesse influenzare il regime anche di queste sorgenti.
Il lago riceve, del resto, alimentazione anche dalle precipitazioni che si attestano mediamente sui 1.808 mm l’anno. La temperatura media annua è di 9,3° C (Fiorillo et alii, 2015), mentre la temperatura delle acque si mantiene sui 20°C – 22°C nel periodo estivo. Nella conca del lago la temperatura può scendere d’inverno fino a 20°C sotto zero (D.B. Marrocco), temperatura quanto meno raggiunta nel secolo scorso.
[Nell’immagine: distribuzione delle precipitazioni per il massiccio del Matese. Le aree endoreiche sono delimitate dalla linea gialla (Fiorillo F. et al., 2015).]
Approfondimenti
Celico F., Petrella E., (2008). – Evoluzione delle conoscenze idrogeologiche del settore
nord occidentale del massiccio carbonatico del Matese – nota preliminare.
Ferranti L. (1995) – Tettonica del Matese centro-orientale e comparazione con i settori
interni dell’Appennino campano. Tesi di dottorato in Geologia del Sedimentario –
Università degli studi di Napoli “Federico II”, 270 pp.
Fiorillo F., Pagnozzi M., 2015 – Recharge processes of Matese karst massif (southern Italy).
Marrocco. D. B., – Piedimonte Matese- Matese.
Marsella D. – Difesa del Lago e delle sorgenti di Matese, Annuario ’77 dell’ A.S.M.V.
Selmo L. – Note idrogeologiche sul Lago Matese.